I coatti della scuola.



Il divieto, voluto ed imposto dai genitori dei giovani studenti trevigiani, di far vedere ai loro figli un film sull’omofobia, ritenendolo “inadatto”, è la riprova che è in atto la creazione di una strategia ideologica, illiberale e fascista, mirante a generare una popolazione studentesca di coatti.

Nella fattispecie lo scopo è quello di sviluppare un “fenomeno di ideazione anormale che il soggetto riconosce come tale ma da cui non sa liberarsi” (Definizione psichiatrica riportata da Treccani). Vale a dire che i giovani, vengono depauperati della cultura minima necessaria per distinguere cosa sia bene o male, e avviati culturalmente, e non solo, verso una specifica istruzione inadeguata, insufficiente ed incompleta con gravi limiti allo sviluppo del loro patrimonio cognitivo ed esperienziale.

Tale patrimonio si acquisisce solo tramite lo studio, l’approfondimento, il confronto, che aiutano nella percezione delle problematiche e la conseguente riflessione su di esse. Questo è tutto ciò che forma un uomo, vale a dire l'insieme di attività didattiche che sono tese a preparare una persona a svolgere un'attività, una professione o, molto più semplicemente, a vivere. Il pensiero unico non ha pagato né con il dittatore tedesco né, tantomeno, con quello italiano.


Bisogna aver paura di ciò che non si conosce e non di ciò che ci è noto. Del resto avere dei burattini per cittadini, anziché dei protagonisti, è molto meglio per dei sedicenti governanti. E si ritorna "d'emblée" alla cultura farlocca del ventennio.

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