Scuola, le 'primarie' dei
prof: il bonus sulla base dei voti dati dagli studenti.
di Pietro Giannini
Questo è il titolo di
un articolo apparso su “Repubblica” di qualche giorno fa. Non ci si può più
stupire di nulla. Sembra infatti che si sia giunti, alfine, alle comiche
finali. Gli insegnanti saranno giudicati da quegli stessi alunni che, gli
insegnanti stessi, dovranno giudicare a fine d’anno scolastico, cioè si
consente di far giudicare i giudici da quelli che sono sottoposti al loro
giudizio.
Si è aperto così un pericoloso mercato delle
vacche, teso a distruggere la scuola italiana del tutto, fornendo, nel
contempo, un’arma di ricatto a quegli studenti ed a quelle famiglie che già
hanno pessimi rapporti con scuola ed insegnanti.
I casi di docenti picchiati o insultati da
pseudo-genitori falliti, senza cultura, nuovi ricchi o vecchi delinquenti che
siano, ma socialmente violenti, accaduti in questi giorni, sono segno
inconfondibile che la direzione presa dalla nostra istruzione è la peggiore che
si potesse intraprendere.
La cultura e la civiltà sono cose serie che,
purtroppo, sono state umiliate e vilipese da governi inadeguati e scadenti,
infarciti da nani smargiassi e ballerine ingorde, popolati da veri e propri
quaquaraquà della cultura nostrana.
La conseguenza è che,
al giorno d’oggi, l’educazione è nelle mani di nessuno, né basta una sorta di
concorso farlocco e maldestro per aggiustare le cose.
Così si è deciso di
chiudere la faccenda e mandare tutto a gambe all'aria definitivamente. E questo,
si badi bene, non c'entra con il valore del bonus, viceversa c'entra con le
aspettative di carriera dell'insegnante, poiché, il mancato conseguimento del
bonus, significa che il suo insegnamento è stato carente in qualche punto,
atteso che la valutazione di un incentivo economico non spetta al primo che
passa, ma a chi ha titolo e conoscenza idonee per farlo.
Il genio che ha
partorito questa colossale corbelleria, è uno stratega che sta perseguendo lo
scopo, neanche tanto velato, di distruggere quel che resta della nostra
cultura, della nostra scuola, del nostro futuro, avendo già disintegrato
abbondantemente il nostro passato.
26/05/2016©Riproduzione
vietata
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