Criminalità
organizzata e criminalità spicciola.
Pietro Giannini 18/06/2016
http://www.articolo21.org/2016/06/tor-bella-monaca-minacce-in-diretta-a-sara-mariani-inviata-della-trasmissione-agora/
Il
link che vedete è relativo a quanto successo a Tor Bella Monaca, rione romano,
laddove Sara Mariani, cronista inviata della trasmissione Agorà, è stata
minacciata, in diretta TV, da
facinorosi delinquenti che hanno agito a dispetto delle telecamere che li
riprendevano e senza dimostrare alcuna remora per il fatto di essere
riconoscibili.
Fatti incresciosi che dimostrano, ove ve ne
fosse necessità, che in Italia i delinquenti sono sempre più spudorati e hanno
sempre più libertà di movimento. Ciò spesso è dovuto alle miti sentenze emesse
a loro carico da diversi Tribunali, in diverse occasioni.
Fanno
testo le sentenze sfavorevoli a chi, avendo subito un furto violento in casa
propria, si è visto condannare per eccesso colposo in legittima difesa ed ha
dovuto anche risarcire i danni al malfattore che era riuscito a ferire per
essersi difeso.
Impossibile
commentare simili fatti che lasciano molto perplessi per una giustizia
estremamente punitiva per chi subisce ed altrettanto garantista per i
malandrini. Al giorno d’oggi quindi la gente manifesta la propria violenza
impunemente, così come l'apprende dai Media, da certa TV spazzatura o da certa
stampa che infestano le nostre edicole ed il nostro etere già da tempo.
In alcune
zone di questo paese le organizzazioni criminali hanno già espulso lo Stato,
dalle zone da loro controllate, e si sono sostituite ad esso anche nel sociale
e nella sanità. Questo stato di cose è stato tollerato da tutti i governi,
nessuno escluso, i quali trovavano e trovano un’utilità perversa e meschina nel
“laisser faire” ai delinquenti quel che loro non riescono a fare.
Si può
comprendere la difficoltà cui si va incontro nel liberare quelle terre dalla
malapianta che in esse si è radicata, ma uno Stato che si rispetti ha il
diritto-dovere di farlo, costi quel che costi. Il fatto è che più tempo passa
più ci si accorge che non è così: lo Stato è sempre più assente e sempre più si
allontana dai bisogni della gente dando sempre più spazio alla malavita che
cresce, si rinforza, si espande e si accaparra tutte le zone abbandonate dalla
legge.
A poco a poco, Cosa nostra, Camorra, la Sacra
Corona Unita e la ‘Ndrangheta per citare le più grosse, occuperanno tutto il
territorio nazionale ed il nostro parlamento sarà presieduto dal “Don” di
turno, anziché da qualche politicante farlocco.
Nemmeno
la Chiesa resterà fuori dalla rissa per il controllo del territorio. I
criminali vanno in chiesa quando loro aggrada e quando torna loro utile. Non
hanno bisogno di fare vedere che sono buoni cristiani, perché molta gente ci
crede già a priori, molti invece, da buoni cristiani osservanti, sono “costretti”
a credere, ma gli “inchini” durante le processioni sono una chiara indicazione
che davanti alla mafia, alla camorra ecc. ecc. non c’è chiesa che tenga, anche
Dio deve chinarsi.
D’altronde
non si potrebbe essere più lontani dal messaggio della chiesa, vista l’efferatezza
delle azioni criminali che, invece, lanciano chiaro e forte il concetto che il
loro dio è il denaro perché è solo esso che dà il potere; la religione è un
mezzo per catturare la credulità popolare e legare la gente all’organizzazione.
Niente di nuovo sotto il sole, dirà qualcuno.
Vero,
ma la verità che sfugge e della quale non ci occupiamo è una sola: dove lo
stato latita, la criminalità si sostituisce ad esso e assume, in maniera
violenta, il controllo delle nostre vite. Ma non dobbiamo credere che siamo
solo noi quelli che subiscono la violenza giornaliera di criminali organizzati,
qualcuno sta peggio di noi, ma non dev’essere una scusa per nascondere la
polvere sotto il tappeto.
Abbiamo
assistito in questi giorni, quasi fosse un grazioso omaggio al Campionato
Europeo di Calcio, a feroci, vigliacche, inqualificabili manifestazioni di
violenza gratuita ad opera di pericolosi criminali destrorsi, organizzati militarmente,
provenienti dall’Inghilterra, nazione di decantata civiltà, e dall’Est europeo
laddove invece, tale civiltà sembra non attecchire a giudicare dalla qualità di
certi personaggi che girano per l’Europa.
Sono
stati riempiti interi volumi con articoli e foto che illustravano gli atti “eroici”
di tali delinquenti che qualche cretino si ostina ancora a chiamare tifosi.
Tocca agli esperti, ai politici, agli osservatori qualificati, valutare se
tutto era stato predisposto opportunamente o se invece in tutta
l’organizzazione abbia prevalso una sconsiderata sottovalutazione dei pericoli.
Come
avevamo detto prima, però lo Stato, almeno il nostro, è assente a tutti i
livelli. Chissà cosa sarebbe successo se il Campionato Europeo si fosse giocato
qui.
La Francia ha dato un esempio di cosa può
succedere quando manca la necessaria organizzazione non solo per prevenire ma
anche per reprimere eventuali, possibili violenze.
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