Dove nasce l’Autoritarismo.

Pietro Giannini 14/06/2016

L’autoritarismo è un sostantivo che nasce dall’aggettivo autoritario. Queste due parole sempre più frequentemente vengono accostate, da commentatori politici e non, ora ad un politico ora ad un altro. In effetti la definizione è facilmente attribuibile a chi si voglia.
Il concetto di autoritarismo nasce e viene rilevato quando il momento del comando prevarica quello del consenso ed il potere viene sempre più concentrato su un uomo solo.
La gestione di tale potere, comporta necessariamente la riduzione al silenzio degli oppositori o dell’opposizione in senso più lato. Concetto quindi molto semplice nella sua identificazione, ma molto più complesso nella pratica attuazione in ambito politico, laddove esso ipotizza, invece, una struttura politica molto gerarchizzata, fortemente condivisa da seguaci integralmente consapevoli.
Dando per scontati tali assunti si arriva alla conclusione ovvia, che non vi può essere autoritarismo senza una convinta schiera di motivati e fedeli proseliti. In questi giorni nel nostro malandato Paese si parla molto di autoritarismo a carico del capo del governo. Valutando le sue azioni, stimati commentatori politici ed illustri giornalisti, hanno convenuto che, in tali fatti, possono essere rilevate attinenze con le caratteristiche di cui abbiamo detto sopra.
Non è la prima volta che ciò succede, non si ha motivo di ritenere che sia l’ultima, ma tale attinenza si adatta in maniera molto precisa anche a carico di altri personaggi politici che hanno ricoperto ruoli di governo in altri momenti della storia politica del nostro Paese.
Occorre però fare un necessario distinguo poiché le differenze soggettive ed ideologiche, innegabilmente esistenti fra questi personaggi, non autorizzano ad uniformare il concetto di autoritarismo secondo un “cliché” comune a tutti, poiché la diversa cultura politica dei singoli, la loro personale indole, la diversa estrazione sociale, ne diversificano il pensiero.
 Un esempio direi classico, per la sua rilevanza, è il diverso punto di vista di ognuno nei confronti dell’antisemitismo. Mentre per diversi di loro il problema non si pone perché proprio non lo vedono in quanto per loro non esiste, per altri, viceversa, esso esiste a tal punto da divenire parte importante della loro storia politica.
Quindi potremmo asserire che possono esistere diverse tipologie di autoritarismo che scaturiscono, però, da un unico interesse e da un’unica spinta motivazionale che le lega tutte: la gestione del potere. Questo è l’unico “cliché” che le accomuna ma è anche quello più marcatamente aggressivo nei confronti di quelle classi sociali che, per le condizioni di vita caratterizzate da un basso livello d’istruzione, dalle scarse letture, da una informazione inesistente e/o manipolata, sono soggetti passivi e facilmente suggestionabili, nonché facili prede della psicologia autoritaria del malandrino di turno.
L’Autoritarismo è dunque figlio di un complessità di fattori legati all’incapacità della gente di avere una reazione contro la realtà che la circonda, a causa delle carenze di cui abbiamo fatto cenno. Tutto questo è stato provocato ad arte dalla politica che ha governato questo Paese negli ultimi anni.
 Lo smantellamento della scuola pubblica e di tutta l’istruzione perpetrata con scientifica perizia da pericolosi individui con pochissimi scrupoli, ha creato una pletora di persone non in grado di valutare ciò che succedeva intorno a loro e di organizzare, di conseguenza, un’adeguata reazione a questa disgregazione che colpisce le nostre generazioni presenti e future. I più colpiti sono i nostri figli, inconsapevoli testimoni, oggi, dello sfacelo politico in cui hanno sguazzato molti padri, ma che saranno, domani, i protagonisti di un incerto futuro.
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