Le balle di Padoan su Poste S.p.A.


Pietro Giannini 20/07/2016

«Con mercato più efficienza e investimenti»

Per Padoan la privatizzazione di Poste ne «ha migliorato l'efficienza». Il ministro  ha escluso una correlazione negativa tra privatizzazione ed efficienza. E ha parlato al contrario di «correlazione positiva, per la maggiore capacità dell'impresa di trovare risorse per gli investimenti». Il ministro ha assicurato che non ci sarà «nessuna svendita del servizio postale». E ha ricordato che «sono stati fatti investimenti per “l’efficientamento per 500 milioni».

Evidentemente il ministro Padoan non conosce le Poste e pensa che si possano amministrare come una fabbrica di bulloni. Non è così. 
Le Poste da sempre hanno “fabbricato” Servizi per i cittadini. I nuovi amministratori di Poste, succedutisi in questi anni ignorando cosa fosse un servizio pubblico, hanno cominciato a gestire Poste come quella fabbrica di cui dicevamo prima.

La devastazione è cominciata con il genio della Finanza Corrado Passera un lombardo alla prima crociata contro Poste Italiane. Gli esuberi di personale c’erano, questo lo si sapeva. Ma che tali esuberi fossero 40.000 mila non sembrò a nessuno un numero reale.

Sopprimendo da subito circa 20.000 posti di lavoro, venne a mancare la mano d’opera necessaria per soddisfare le necessità aziendali relative ai servizi da fornire ai cittadini. Aveva cominciato a tagliare senza prima procedere alla ristrutturazione dei servizi, mentre avrebbe dovuto procedere al contrario, eliminando dopo gli eventuali esuberi.
Ma siccome di servizi così variegati e complessi non ne capivano un mazza, hanno fatto affondare la barca, vittime essi stessi della loro incompetenza.

Ma si suppose, male, all’epoca circa il fatto che l’incompetenza fosse la causa del male. Non era incompetenza erano ordini che venivano dall’alto e tutti con un solo target: trasformare le poste in una banca, quotarla in borsa e venderla a pezzi.  Cosa che oggi sembra finalmente riuscita. Padoan tenta di rassicurare gli Italiani sul fatto che i loro risparmi siano al sicuro presso Cassa D.& P. Come si fa a credergli?

 La CDP ha acquistato molta importanza nel quadro politico- economico-finanziario del nostro paese ed ha contribuito allo sviluppo del mezzogiorno in maniera incisiva. Nel 1875 il ministro delle Finanze dell’epoca Quintino Sella, intuì il potenziale di questo istitutoi appena nato, e creò il risparmio postale giusto perché i soldi arrivassero a quella cassa, all’epoca gestita dal Ministro delle Finanze, e che incamerava i risparmi postali costituiti dai Libretti di Risparmio.

 Nel corso degli anni la CDP ha finanziato migliaia di opere pubbliche con i soldi dei risparmiatori chiudendo i propri conti annuali sempre in attivo, perché i soldi dei risparmiatori dovevano essere sempre pronti per essere restituiti. Dopo il 1900 la CDP cominciò ad ingrandirsi fagocitando tutte le casse analoghe e istituendo i Buoni postali fruttiferi che furono insieme ali libretti di risparmio principale fonte di acquisizione di liquidità per il finanziamento di opere pubbliche. L’attuale situazione di CDP non è più quella di dieci anni fa, seppur nemmeno all’ora fosse tanto florida, quando era pur sempre una situazione di assoluta garanzia per il risparmio postale.

Ma con i tassi d’interesse sui BPF e Libretti di Risparmio da prefisso telefonico, e le pesanti tasse sugli interessi, nessuno, a meno di non essere matto, o di avere vecchi titoli in vigenza ancora convenienti, accede più al risparmio, nè postale nè bancario, preferendo tenere i soldi sotto il materasso.

In conseguenza alla CDP manca molta della materia prima che invece costituiva fino a pochi anni fa, linfa vitale per il Paese. Come se non bastasse i poco chiari giochetti finanziari che si stanno effettuando intorno alla CDP non contribuiscono certo alla trasparenza.

Così i risparmiatori si chiedono cosa succederà dei pochi risparmi che hanno messo da parte (ndr ricordo che i risparmi di CDP sono per la maggior parte tutti di pensionati o comunque di investitori a basso tenore di vita: i grossi investitori preferiscono perdere i loro soldi in banca).

Nessuno può saperlo, tuttavia è meglio non rischiare e tornare a tenere i propri risparmi in casa, ben al sicuro dei malintenzionati. Non è facile ma è meglio.

In quanto all’efficienza di cui ciancia Padoan va detto che il Servizio Universale, vanto di Poste Italiane, è andato a farsi benedire. Moltissimi uffici a basso volume di traffico sono stati soppressi, molti altri aprono a giorni alterni o in giorni prefissati dalla Società. Il personale, ridotto all’osso, è angariato giornalmente da nuovi obiettivi economici da conseguire pena sanzioni, del recapito non frega niente a nessuno, visto il crollo del servizio corrispondenze. 

Così si risponde alle esigenze degli anziani che devono fare anche diversi chilometri per prendere la pensione non avendo più in loco l’ufficio postale. Tralascio la funzione sociale del “rito della Pensione” che si ripeteva ogni mese e che costituiva molto, per i nostri anziani, nel senso della socialità. Ma a questi nuovi pilastri della nostra economia non gliene importa un fico secco della socialità, né dei nostri anziani, né delle loro esigenze.

Del resto una nazione con il nostro grado di inciviltà non può esimersi dal fregarsene.

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