L’Italia trema ma non solo lei.
Pietro Giannini 24/08/2016
La cronologia dei
terremoti in Italia risale addirittura al 200 A.C. Le zone più soggette, quelle
chiamate “ad alto rischio sismico”, sono quasi sempre le stesse: dall’Etruria
in giù, scendendo per tutto il meridione.
Si sono avuti anche terremoti al
nord, ovviamente, ne ricordiamo molti di alta intensità sismica, come quello di
Salò nei primi anni del 1900, fortunatamente senza vittime, Carnia nel 1928,
Bologna nel 1929, Lombardia nel 1950, FRIULI nel 1976 con quasi mille morti, Valtellina
nel 1999, Piemonte nel 2000, Alto Adige nel 2001 e pochi altri quasi tutti
senza vittime o con pochissimi deceduti per cause connesse e non dirette.
Quello
micidiale del 1976 distrusse i paesi delle province di Udine e Pordenone e nel
giro di due mesi seminò terrore e morte in quella bellissima terra, provocando,
come detto, 990 vittime accertate.
Le notizie che
riporto di seguito sono desunte dall’INGV che quotidianamente aggiorna, con
note informative, l’evoluzione sui movimenti delle placche tettoniche di tutto
il globo perché l’Europa è una delle grandi placche continentali interessate ai
movimenti e quindi ai terremoti. Non essendo uno scienziato del ramo riporto le
cose che ho ritenuto necessarie per capire il fenomeno nella maniera meno
complicata possibile.
Questo poiché ho vissuto in prima persona le tragica
giornate del 14 e 15 gennaio 1968, quando tutta la valle del Belice fu
disintegrata da 16 scosse causando circa 370 morti, 1000 feriti e 70.000
sfollati. Parlarne mi aiuta a ricordare che la paura dell’ignoto è più forte di
qualsiasi altra paura perché non sai mai da dove arriva il pericolo, ma mi
rammenta anche la natura è benigna finché essa non scatena la sua furia
tremenda ed irrefrenabile sulla fragilità dell’uomo.
Dice,quindi, l’INGV:
<< I terremoti avvengono nella
parte più superficiale del nostro pianeta. Le rocce che formano
la crosta e il mantello superiore subiscono continuamente
giganteschi sforzi, che sono il risultato di lenti movimenti tra le
grandi placche in cui è suddiviso lo strato più superficiale della Terra,
come se fosse il guscio incrinato di un uovo. Tali movimenti sono prodotti dai
moti convettivi del mantello che spingono e trascinano le placche
generando sforzi che sono massimi vicino ai confini tra le placche stesse,
come per esempio in Italia e in generale in tutto il Mediterraneo, e
minimi al loro interno, come succede nel Canada o nell’Africa
centro-occidentale. L’Italia è situata al margine di convergenza tra due grandi
placche, quella africana e quella euroasiatica. Il movimento relativo tra
queste due placche causa l’accumulo di energia e deformazione che
occasionalmente vengono rilasciati sotto forma di terremoti di varia entità.
I terremoti spesso
avvengono in zone già colpite in passato. Gli eventi storici più forti si sono
verificati in Sicilia, nelle Alpi orientali e lungo gli Appennini
centro-meridionali, dall’Abruzzo alla Calabria. Ma ci sono stati terremoti
importanti anche nell’Appennino centro-settentrionale e nel Gargano.
Negli ultimi 30
anni la Rete Sismica Nazionale ha registrato più di 190.000 eventi
sismici in Italia e nei Paesi confinanti, la maggior parte dei quali non è
stata avvertita dalla popolazione e sono 45 i terremoti che hanno
avuto una magnitudo Richter ML pari o superiore a 5.0.
I più forti terremoti
di questo periodo sono avvenuti in Abruzzo il 6 aprile 2009, Mw 6.1, e in
Emilia Romagna il 20 maggio 2012, Mw =5.8>>
Al momento sembra che la placca africana,
muovendosi, stia generando un effetto dinamico rispetto alla placca euro
asiatica che comprende anche l’Italia, subendo un carico di energia che in
questo momento produce i maggiori effetti.
Molti illustri
studiosi fra i quali Giampaolo Giuliani dicono che le origini e le cause dei
terremoti sono da attribuire a tanti fattori, non ultimo quello della relazione
con l’attrazione gravitazionale prodotta dai pianeti del sistema solare con il
pianeta terra.
Quindi l’effetto delle maree che producono il sole e la luna con
la terra, fa sì che la terra abbia un suo movimento elastico di espansione e di
restringimento. Questo fenomeno è una delle cause che producono la carica di
energia nella nostra crosta terrestre.
Con tanti saluti alla
nostra tranquillità.
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