Perché i musulmani non dovrebbero avercela con 

noi?


Pietro Giannini 25/08/2016

Due giorni fa a Nizza alcuni poliziotti hanno costretto una donna musulmana, che stava in spiaggia in Burkini, a toglierlo in pubblico perché era “un vestito non conforme alla morale ed ai valori laici”.  Quella donna aveva il viso scoperto, ed era, quindi, riconoscibilissima.

Questa purtroppo non è l’unica vigliaccata dei francesi nei confronti dei musulmani, essa è figlia, in qualche modo, del risentimento francese mai sopito, dopo la sconfitta della Battaglia d’Algeri dell’ormai lontano1962, ed è un ulteriore affronto a gente che, avendo già sofferto molto per la lunga occupazione delle forze francesi che avevano occupato e colonizzato molto parte dei paesi africani, si ribellò legittimamente a questo stato di cose.

Il colonialismo francese cominciato circa 5 secoli fa, era spinto dalla sete insaziabile di accrescere la potenza della Francia appropriandosi delle ricchezze di quei popoli laddove, si pensava, esistessero ricchi giacimenti di metalli preziosi. Le loro mani con gli anni si stesero su tutto il Magreb.
 
Al nord fu molto forte il predominio francese (Algeria, Marocco, Tunisia), ad eccezione dell’Egitto e del Sudan, colonizzati dalla Gran Bretagna. La Francia ebbe ampi possedimenti anche nelle regioni occidentali a sud del Sahara, cioè Senegal, Costa d’oro, Sierra Leone, il Gambia e la Guinea portoghese, gran parte dell’Africa centro occidentale, sino al fiume Congo (o Zaire), Guinea equatoriale. La Francia si stanziò anche a Gibuti e nel Madagascar.

Non contenti di ciò, o meglio non bastandogli ciò, si espansero in tutto il mondo allora navigabile e, contemporaneamente, tentarono la colonizzazione delle Americhe e delle Indie. Anche in queste due parti del mondo misero le loro mani su quanto si poteva, lasciando incancellabili tracce del loro infausto passaggio.
La loro natura di conquistatori non può farceli piacere.

E difatti non ci piacciono.

Non abbiamo grandi trascorsi di buon vicinato, come suol dirsi, ma di sicuro abbiamo pessimi rapporti fin dai tempi di Giulio Cesare. Inutile rammentare le innumerevoli guerre di Roma contro tutti i popoli che abitavano allora la Gallia (per lo più barbari che venivano dalle lontane terre del nord). Ma la storia ci dice che questo popolo a noi vicino non è mai stato un popolo amico.
Un esempio eclatante è quello del generale Bonaparte che ottenne di guidare la campagna d’Italia, dopo una serie di sporchi intrighi di palazzo nei quali fu coinvolto e si auto-coinvolse coscientemente.

Il pretesto era quello di combattere gli austriaci presenti nel nostro territorio ma poi in effetti non fu del tutto così.

Non ho pretese di fare una lezione di storia, non ce n’è bisogno; ma queste notizie devono essere riportate alla mente di tutti per capire chi sono i francesi e perché la loro nazione è la più colpita dal terrorismo, ma anche i motivi del loro comportamento.

II sistema coloniale francese, molto teoricamente, si presentava come missione civilizzatrice imponendo, coartatamente, usi e costumi francesi ai popoli colonizzati, cancellando qualsiasi traccia di cultura, usi e tradizioni locali, ritenute non civili.

Errore fondamentale ma voluto per mortificare le culture locali. Inoltre le “colonie” così acquisite erano una fonte di braccia da far lavorare a poco costo, altro che abolizione della schiavitù di cui cianciavano.

Quindi il colonialismo non fu una cosa positiva ma altamente negativa e molto pesante per chi fu costretto a subirlo. I modi di vita tradizionali furono cancellati, le culture distrutte e interi popoli soggiogati o sterminati.

Anche dal punto di vista prettamente economico il colonialismo rivelò le sue gravi anomalie perché nelle colonie si produceva ciò che non si consumava e si consumava ciò che non si produceva, restando quindi totalmente dipendenti dal mercato estero. Quando qualche colonia riusciva a diventare indipendente la sua economia era a pezzi, non avevano soldi e non producevano ciò che serviva loro subendo una ulteriore colonizzazione, quella economica. 

Infatti il nome di Napoleone richiama alla mente il ricordo dei numerosissimi furti d’arte, delle ruberie nelle nazioni che venivano umiliate e private del loro patrimonio artistico, anche profanando luoghi di culto, e oggetti asportati da collezioni di nobili famiglie, anche ai danni degli stessi nobili francesi.

Pensò infatti di arricchire i suoi bottini di guerra con quadri, statue e altri oggetti di enorme valore, non solo saccheggiando, ma anche inserendo forzatamente clausole capestro nei trattati di pace con le nazioni soggiogate.
La campagna di maggior successo, soprattutto in ambito “artistico” fu proprio quella nella penisola italiana nel 1796. Infatti a partire da quella campagna le “conquiste artistiche” furono messe sullo stesso piano di quelle militari.
Napoleone si fece proprietario di tutto ciò che gli piacque in Italia ed anche nello Stato Pontificio dove impose clausole che trasferirono la proprietà dalla Chiesa alla Francia. T
Tanto dovrebbe essere sufficiente a riflettere si quanto succede ai nostri giorni.

Ma dobbiamo anche essere sinceri e dirci molto sommessamente che le Crociate, vere e proprie guerre contro gli infedeli musulmani con l’intento di convertirli, in effetti furono tutt’altro. Difatti in due secoli di lotte spesso anche violente, in barba alla fede ed al tutto il resto, non un solo musulmano fu mai convertito. 

Gli scopi erano ben altri e li conosciamo. Detto tutto ciò mi sorge spontanea una domanda:

PERCHÉ NON DOVREBBERO AVERCELA CON NOI?

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