SCUOLA E SOCIETÀ INCIVILE
Pietro
Giannini 24/05/2016
Il grave e brutale episodio, avvenuto circa due settimane
fa, nell’Istituto comprensivo Guido Galli di Milano, dove una sorta di
bestia, sedicente genitore, ha preso a pugni la Preside Lamberti, è l’ennesimo
di una storia di aggressioni agli insegnanti che avrebbe già dovuto
preoccupare, da molto tempo, chi si è occupato di scuola negli ultimi tempi
anni, a livello istituzionale.
Esso è figlio dell’analfabetismo di genitori idioti e
scellerati che, anziché educare i figli, compito peraltro gravoso e difficile,
preferiscono “educare” gli insegnati con minacce, percosse, e quant’altro serva
da deterrente ad evitare la bocciatura di figli asini come i genitori,
maleducati come loro, arroganti come loro, e violenti come loro.
Parlando di genitori, o pseudo tali, aggressivi con gli
insegnanti e protettivi con i propri figli, viene in mente Papa Francesco che,
durante l’udienza del mercoledì 25 maggio a San Pietro, ha ritenuto opportuno
dover dare a tutti la possibilità di riflettere su fatti analoghi, dando una lezione
di vita e di intelligenza.
Ecco le sue
parole: «Una volta, ero in quarta elementare e avevo detto una brutta parola
alla maestra.
Lei, una donna buona, chiamò mia madre per l’indomani, hanno
parlato tra loro e poi sono stato chiamato. Mia madre mi ha detto davanti alla
maestra che quanto avevo fatto non era bello e quindi mi ha chiesto di chiedere
scusa alla maestra. Lo ha fatto con dolcezza e sono rimasto contento. Ma poi a
casa c’è stato il secondo capitolo... Oggi se capitasse una cosa del genere il
genitore andrebbe a rimproverare la maestra...».
Certo tale episodio è lontano dalla violenza becera di
certi genitori, ma è significativo il fatto che il Papa abbia sentito il
bisogno di sopperire, in qualche modo, alle carenze delle istituzioni. Le quali
purtroppo, molto sovente, sono state indegnamente rappresentate da Ministri
dell’Istruzione che con la scuola non avevano nulla a che vedere, vuoi per la
naturale ignoranza belluina che affligge i nostri governanti, vuoi perché,
dalla Moratti compresa in giù, si è fatto a gara per affidare, tale prestigioso
incarico, ad individui per lo più incompetenti, quando non
semianalfabeti.
Tutto ciò ha deformato il rapporto scuola-insegnante
poiché fino ad oggi nessun ministro farlocco è stato capace nemmeno di “capire”
come funzionasse la scuola e di che tipo di interventi essa avesse realmente
bisogno. I commenti che ho letto al riguardo, in questi giorni, tutti di
insegnanti, danno una chiara idea dello stato d’animo di una categoria di
persone e di lavoratori che svolgono un’attività strategica per il futuro del
Paese.
Molta parte della gente comune, forse quella
culturalmente più valida, cerca di sopperire ai “deficit” della scuola,
aiutando i loro figli secondo le loro possibilità, pur con i limiti logici
della mancanza di esperienza didattica. Ma, come se ciò non bastasse, gli
insegnanti sono adesso costretti a subire un ulteriore brutale attacco alla
loro dignità e professionalità, dovendo affrontare l’ennesimo concorso truffa.
Ministro Giannini,
la smetta di navigare su una nave che solca mari perigliosi, lasci perdere,
formi un collegio di docenti preparati (ce ne sono molti) e si faccia spiegare
da loro tutto ciò di cui la scuola ha bisogno. La sua riforma è tutta in un
concorso che sta esacerbando gli animi di tutti gli insegnanti. Vuol dire che
la strada intrapresa è sbagliata. Giri alla prossima rotonda e si informi sulla
direzione giusta da prendere.
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