Felice
Anno nuovo a tutti.
Epifania: tutte le feste porta via, o così almeno si dice. Anche se a ben vedere ci sarebbe ben poco da festeggiare.
Viviamo in un Paese mortificato da una classe politica composta per lo più da personaggi corrotti, da voltagabbana, da collusi con organizzazioni criminali ecc.
Chi comanda non vuole essere giudicato, forse vuole essere… pregiudicato.
Egli parte dal presupposto, per niente scontato, di avere sempre ragione e che qualunque cosa venga partorita dalla propria attività, sia perfetta, non abbia bisogno di consensi, non debba essere soggetta a critiche e, men che meno, sottoposta ai cittadini da cui sono stati eletti…
Noi sappiamo di avere in mano una carta importante che potrebbe mandarli tutti a casa, il problema è che non sappiamo usarla a dovere, vuoi perché il mercato non offre più, oramai, personaggi degni del nostro voto ma solo mezze cartucce, vuoi perché nella maggior parte di questo paese malato, vige ancora il potere del feudo (elettorale) che annovera fra questi feudatari, personaggi oscuri, spesso inquisiti, a volte collusi con organizzazioni malavitose alle quali sono indissolubilmente legati. Ecco che il voto diventa così una burla a tutto danno degli Italiani.
Il Parlamento è una sorta di “bolgia Dantesca”, molto maleodorante. Basti pensare che dall’inizio della legislatura del 2013 i salti della quaglia (da uno scranno all’altro) sono stati ben 212 alla Camera e 175 al Senato. I personaggi coinvolti sono complessivamente 263 fra deputati e senatori: ciò vuol dire che 124 deputati hanno voltato gabbana più di una volta (212+175=387; 387-263=124).
È ovvio che l’interesse politico non c’entra per nulla visto che qualcuno per cambiare casacca si è fatto profumatamente pagare.
E così fra chicchere e piattini, briganti e lestofanti scorrono i giorni della nostra politica.
Sarà meglio il 2017? Niente illusioni. La mala pianta della corruzione è radicata solidamente al terreno del malaffare. Non ci sono speranze, non sarebbe nemmeno intelligente crearsi illusioni. Nessuno può sperare di cambiare niente.
«Noi fummo i Gattopardi, i leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra». La frase è talmente nota che non ha bisogno di essere spiegata. Ma Leopardi fu molto più esplicito:
«Sempre mi torna al cuore il mio paese cui regnarono Guidi e Malatesta, cui tenne pure il Passator cortese, re della strada, re della foresta».
Politici e briganti da strada. Ora come allora.
Buon anno a tutti.
Riproduzione vietata
Commenti
Posta un commento