I nostri cavoli amari.
Pietro Giannini 07-08-2017
Se si volesse esprimere il concetto con un eufemismo potremmo dire che oggi gli italiani sono spazientiti.
Il tutto nasce da una genia politica di indecisi e di pressappochisti che non prendono posizione, se non raramente, su tutto quanto ci riguarda, sia nei nostri rapporti interni che nei confronti dell’Europa. La nostra 'vis politica' è pari allo zero, anche l’ultimo arrivato Macron ci fa sberleffi e ride alla nostra spalle. La Francia ha messo i suoi adunchi artigli su metà della nostra produzione casearia e sui supermarket lasciandoci in mano un cerino acceso molto corto, e noi ci ridiamo sopra.
Questo è uno dei motivi per i quali il paese si allontana dalla politica. La gente per bene non riconosce più come suo, quel paese in cui vive tutti i giorni, e non ne accetta più l’inciviltà, l’imbarbarimento dei costumi, l’inconsistenza di una classe politica di manovali (absit iniuria verbis), di grossisti della menzogna, di bancarellari da mercato delle pulci. Inconsistenti politicamente e dalla morale “trattabile”, dalla condotta spesso ladresca e sempre sordidamente riprovevole.
Al Paese ed ai suoi abitanti non arriva l’informazione, manca il ‘trait d’union’ quella necessaria comunicazione che potrebbe servire per spiegar alcune prese di posizione o il significato di certe leggi o il perché esse sono state promulgate. Ma lo spazio riservato a questa comunicazione, che lo Stato non occupa, viene occupato da mille e mille siti che sorgono sul web come i funghi dopo un acquazzone, tutti decisamente siti di notizie false, illustrate ad arte da disinvolti personaggi che marcano il territorio con indecenti bugiarderie, cercando visibilità e di fare, nel contempo, molta più confusione possibile.
In tale marasma le persone dalla mente più debole, i boccaloni, che credono a tutte le fesserie che si pubblicano, si perdono dietro verità fasulle, inventate o ricopiate da mille altri posti e opportunamente rinfrescate con lievi modifiche.
Psicologicamente il gioco è semplice: si punta sull’emotività anziché su una riflessione, peraltro ampiamente improbabile, per sfruttare al massimo un fatto o un evento inventato di sana pianta per toccare la corda dei sentimenti. Una pratica squallida, da mercenari dell’informazione e dell’informatica. Il Paese, in mano a tante forze che stanno triturando i residui di civiltà, si avvia indefettibilmente verso il degrado di un governo populista e fascista.
Chi ha approfondito gli eventi che portarono i fascisti al governo nel 1922 sa perfettamente di cosa stiamo parlando. Infatti una furibonda propaganda fascista precedette quei tragici giorni che per oltre un ventennio ci privarono della nostra libertà. Un vero e proprio bombardamento nazional-populista senza precedenti che convinse molti boccaloni a cedere ad altri la facoltà di pensare.
Il frutto del nostro degrado culturale indotto da sordidi populisti è questo: creare un popolo di imbecilli che sappia dire sì a comando, disabituandolo a pensare con la propria testa e con il proprio cervello.
Tanto c’è chi pensa per tutti loro.
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