Il mestiere dei ciarlatani.
di Pietro Giannini – 09/05/2019



La destabilizzante crisi ideologica che sta attanagliando l’Europa trova facili epigoni anche in Italia.

Sono in molti (quasi un terzo degli abitanti del nostro Paese) a non avere ancora capito con chi abbiamo a che fare. Questo non è affatto rassicurante perché favorisce l’affermarsi di forze destrorse che non sono certamente democratiche ma illiberali, repressive e violente e dispensatrici di vergognose bugie, sulle quali costruiscono la loro fasulla affermazione in termini di voti.

In questi giorni stiamo assistendo ad una serie di eventi che preoccupano, a quel che sembra, non solo chi ha vissuto gli anni terribili del nazifascismo, ma anche quelli che ne conoscono la storia di violenza e di repressione di tutte la libertà, in nome di un bieco autoritarismo.

Ci si chiede infatti come si possa ignorare un pericolo così incombente in nome di una sicurezza, tanto vantata, ma assolutamente inesistente.

Basta guardare le cronache per capire che la grossa bugia è oramai scoperta per quello che è, e qualcuno ci sta già ripensando, ma non basta.

Altri sono i segni evidenti di una tensione al peggio. La caccia xenofoba ai neri, i comizi dai balconi, di memoria prettamente fascista, le amicizie ed i banchetti con i picchiatori di Casapound, le appropriazioni di fondi dello Stato, e quindi dei cittadini, la violenza usata dalla Polizia di stato contro un ragazza che stava filmando un faccia a faccia con il ministro dell’interno, l’intrusione non autorizzata in un’abitazione di anziani per strappare, dalla finestra di casa loro, uno striscione contro la politica governativa. 
Tutti indiscutibili segnali, di stampo nazista, di repressione dell’opposizione, che alimentano la preoccupazione di un prossimo governo illiberale, repressivo, autoritario.

Proteggere, fino a rischiare la caduta del governo, un personaggio dalla dubbia morale, già condannato per il medesimo reato, non solo è deplorevole ma dimostra, senza alcuna incertezza, che la volontà del protettore di costui è quella di affermare il principio del “qui comando io”. 

Però, questo personaggio, ieri è stato cacciato fuori dal governo, da altri ladri che non vogliono che si metta in dubbio la loro “Honestà” (solo a scopo elettorale). Ma non ci si era ancora ripresi dalla vicenda Siri che subito ne compare un’altra. Inquisito, questa volta, è il presidente della Regione Lombardia, oscuro personaggio venuto dal nulla, che ha saputo, molto in fretta, adeguarsi alla mentalità corrente nella Lega di Salvini: farsi esclusivamente gli affaracci propri. 

Non si fa fatica, dopo le vicende di questi anni, a capire che il partito è marcio, da un leghista all’altro, poca è la differenza che rivela l’assoluta carenza morale, etica e di rispetto verso il popolo, che dicono di voler difendere, ed invece affossano consapevolmente. Salvini non fa differenza. Si è opposto ai magistrati che devono recuperare il malloppo dei 49 milioni fatti sparire da Bossi e famiglia, tutti condannati, e di cui egli stesso si è fatto subito difensore facendo sparire i soldi nei meandri più sicuri dei cosiddetti paradisi fiscali. Poi dice che si tratta di attacco politico. 

È vero, è l’attacco ad un politico che nasconde il marciume di un partito tossico dove, chiunque si avvicini, viene contagiato dalla febbre dell’oro. I pochi lettori che leggeranno questa breve nota, si chiederanno, scioccamente, come mai non si faccia riferimento ad altri partiti che hanno gestito il potere negli ultimi anni e che sono stati denunciati per altrettanti reati dello stesso tipo. 

Il motivo è semplice: sono stati assolti quasi tutti, per non aver commesso il fatto. È questa una “piccola differenza” ma fondamentale. Al momento della loro assoluzione, nessun giornalista prezzolato si è premurato di pubblicizzare l’evento assolutorio, preferendo sottacere ed auspicando che tale silenzio potesse, in qualche caso, porre nel dimenticatoio tutte le porcherie scritte, (citando fatti falsi e calunniosi), allo scopo di evitare denunce penali per diffamazione. 
Sembra che non si possa fare più affidamento su tale fatto visto che molti pennivendoli e giornalisti da strapazzo, dovranno pagare di tasca propria per le bugie scritte. Il pericolo è il loro mestiere di ciarlatani. Il pericolo per noi è che Salvini diventi l’uomo solo al comando..

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