Il Paese del fango
Di Pietro Giannini 10/04/2019



Se fossero fanghi curativi sarebbe anche una buona cosa. Ma, invece, si parla di fanghi melmosi, putridi, liquame schifoso creato dalla macchina del fango creata da Grillo e dal suo blog e da Salvini e la sua equipe.  Ma il liquame non veniva solo lanciato dal blog ma veniva sparso nell'aria attraverso i mille comizi che teneva quotidianamente o quasi dalle piazze di tutto il paese, non solo da lui ma anche dai suoi pupazzi, venuti dal nulla e creati ad hoc da un burattinaio feroce e volgare.

E così crearono il fango contro il sindaco di Roma Ignazio Marino, prima con il Pandagate, poi per mezzo del senatore Andrea Augello che presentò un'interrogazione parlamentare per presunte violazioni della zona a traffico limitato (ZTL), da parte della Panda rossa del sindaco, senza poi pagare le relative multe, nonostante il primo cittadino - che nel caso specifico si spostava in genere in bicicletta e aveva rinunciato all'auto blu - avesse diritto a più di un permesso di transito nella ZTL. 


Le indagini della procura della Repubblica di Roma, attivate da una denuncia del sindaco Marino, accertano una violazione del sistema informatico del comune e la manipolazione dei dati ai danni del sindaco (che, quindi, non solo non aveva commesso illeciti ma era parte lesa) disponendo comunque l'archiviazione del caso essendo impossibile identificare l'autore del reato perpetrato contro il Sindaco Marino. 


Poco dopo, con un esposto di Fratelli d'Italia e M5s , al Sindaco viene contestata la legittimità di una parte delle spese di rappresentanza, per un ammontare di circa un migliaio di euro, che il sindaco avrebbe effettuato con la carta di credito del comune. Dopo un lungo iter giudiziario per peculato, il 9 aprile 2019, la Corte di Cassazione annulla la sentenza di appello e assolve definitivamente Marino per la vicenda degli scontrini perché “Il fatto non sussiste”. 


Dopo tutto ciò Roma passa nella capaci mani della più grande sindaca che Roma abbia mai avuto, fin dai tempi delle oche del Campidoglio. I risultati non li abbiamo inventati noi, ma sono sotto gli occhi di tutti, su tutti i giornali e in tutti i giorni dell'anno.

Altro fango fu scaraventato dal premio nobel per la menzogna e la calunnia, Beppe Grillo, su un altro premio Nobel, questa volta vero, la signora Rita Levi Montalcini. La logorrea di cui soffre questo ciarlatano lo portò a dire, in occasione di una delle sue numerose esibizioni da guitto, che la Montalcini era una "vecchia puttana" al servizio delle multinazionali farmaceutiche. 


Occorre dire che Grillo per ben sei volte è stato processato e condannato per calunnia. A parte tutti gli altri reati che conosciamo e per i quali è stato sempre condannato.

Ma non è solo questo che angustia e mortifica. Il fatto è che parecchi giornali quotidiani, pur di vendere qualche copia in più, seguono pedissequamente le orme dei politici e, a loro volta, lanciano fango su questo e quello a casaccio e soprattutto senza avere prove ne atti in mano, che dimostrino quel che asseriscono. Una pratica violenta ma per la quale qualcuno di essi sarà costretto a chiudere, vista l'enorme quantità di denaro che dovranno pagare per risarcire i danneggiati dalle loro calunnie infami.

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