Il
potere dei congiuntivi.
Pietro
Giannini 11/01/2017
Non è che si voglia sembrare disfattisti o chissà che altro, ma i congiuntivi, che non sono la passione di Di Maio, affliggono il Paese da parecchi anni a questa parte.
Il comico genovese, non Grillo stavolta, ma quello di fantozziana memoria cioè Paolo Villaggio, ne aveva stigmatizzato l’uso errato e persistente, in molti film della serie di Fantozzi. Dal “venghi” o ”salghi” fino all’irresistibile partita di tennis fra il nostro eroe della “cagata pazzesca” ed il famoso rag. Filini.
Il Filini invitava il Fantozzi alla battuta dicendogli: “batti”. E Fantozzi:” scusi ma adesso mi dà del tu?” E Filini ancora: “no, volevo dire “batti lei”.
Genovese Villaggio, genovese il guru dei 5S. Un’affinità che ha le medesime conseguenze. Entrambi, sia Fantozzi (non Villaggio) che Grillo, vivono in un loro mondo tanto incolto quanto irreale. Per questo controverso.
Molto infatti ci sarebbe da dire sugli esiti della politica grillina in questi anni in cui si è passati dalle scatolette di tonno da aprire, alle scatole vuote della loro politica fallimentare.
Ma anche così, tra un fallimento ed un altro, hanno conquistano voti su voti e sono diventati il primo o il secondo partito d’Italia (dipende dai sondaggisti).
La loro abilità, l’unica, è quella di essersi creati un seguito consistente di persone con scarsa cultura politica e con limitate aspettative.
Dal M5S non ci si può aspettare nulla al di fuori delle chiacchiere da bar, farcite di “fanculismo” spicciolo quanto inutile, perché non si governa con i “vaffa”, ma con le idee e le proposte che da loro, però, non sono mai arrivate.
In tale cronica e preoccupante mancanza di concetti, l’unica alternativa è la critica feroce, violenta, insultante, contro i governanti pro-tempore, nei quali, molti italiani, pongono l’origine dei loro malessere. Da questo nasce il populismo grillino, in maniera facile e comprensibile.
Come si possa vivere senza idee né ideali non è comprensibile.
Gli ideali dovrebbero costituire l’obiettivo dell’uomo che mira a qualcosa, che immagina per sé un futuro migliore, che dovrebbero condizionare, quindi, le decisioni che egli potrebbe assumere oggi, per raggiungere quegli obiettivi, domani.
Ma i 5S si limitano a gridare, anzi ad urlare al vento le malefatte degli altri, nascondendo i propri insuccessi, i propri fallimenti, dietro un velo impenetrabile di bugie, di demagogia spicciola ma compatta, come la nebbia nelle valli padane.
È vero che i nostri governi non si sono fatti amare dalla gente; molti dei nostri governanti deputati, senatori, qualche ministro ecc. si sono rivelati corrotti fino al midollo. Non si sono corrotti solo loro ma hanno contribuito, con il loro esempio non particolarmente edificante, a corrompere una società civile, aiutati in questo “compito” da una stampa, spesso bugiarda, prona al potere politico, quindi non credibile.
Ciò ha provocato e provoca smarrimento, indecisione, scoramento nella gente che, vedendo le malefatte dei nostri politicanti, non sa più dove volgere il proprio sguardo.
Da moltissimi anni l’istruzione pubblica è andata vieppiù lasciando, nelle mani dei media, l’istruzione dei nostri giovani, creando il vuoto nelle loro teste, privandoli di individualità necessaria per farne degli uomini. Questi fattori sono determinanti nella creazione di un popolo di automi, di stupidi, pronti a seguire il loro pifferaio magico.
Il pericolo a questo punto è reale e serio.
La storia è maestra da questo punto di vista.
Basterebbe averla studiata per capire.
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