Lampedusa tra mafia e massoneria: come si deturpa l’immagine di un’isola.
Pietro
Giannini 13-04-2017
A dire il vero l’immagine di Lampedusa era ancora l’unica cosa che rimaneva, al di là di tutto, ancora pulita: il grande cuore dei lampedusani e la celebrata immagine di accoglienza verso i migranti, ne hanno fatto un modello conosciuto e stimato in tutto il mondo.
Quasi un marchio.
Quando si parla di Lampedusa si pensa al suo splendido mare, alla sua bellezza ancora selvaggia ma, da alcuni anni si pensa anche all'accoglienza che viene riservata ai migranti che approdano su quel lembo geologico d’Africa.
A dire il vero abbiamo assistito in questi ultimi trent'anni ad una mutazione morfologica del territorio, veramente impressionante. Dappertutto sono comparsi orrendi bernoccoli sui piccoli rilievi dai quali si ammirava un panorama marino di grande bellezza.
Oggi quei panorami non sono più visibili dai comuni mortali ma sono riservati ai pochi che hanno avuto la fortuna di conoscere De Rubeis.
La speculazione edilizia di questi ultimi due o tre decenni è stata feroce. Case o ville costruite a grappoli in qualsiasi posto libero ma con panorama fantastico soprattutto dove funzionari poco solerti lo consentivano. E, a quel che sembra, non si è mai tenuto in debito conto che molte abitazioni sono state costruite su terreni non edificabili, perché di proprietà pubblica.
Si è fatto di tutto.
La faccenda di cui si parla oggi a Lampedusa e dintorni, è il processo in corso a carico di moltissimi funzionari, ingegneri, medici, politici, politicanti e farabutti assortiti, in corso ad Agrigento.
Quello che meraviglia è l’intreccio che sta emergendo, tra mafia e massoneria, tirato fuori dall’architetto Tuzzolino, pentitosi delle sue malefatte truffaldine per le quali anni fa, ancora sconosciuto predatore, era stato condannato a Palma di Montechiaro.
Riporto fedelmente ed integralmente una parte dell’articolo tratto da “Agrigento notizie”: «L'inchiesta della Procura, avviata come atto dovuto, scaturisce dalle dichiarazioni del pentito Tuzzolino che è stato ascoltato al processo alla cosiddetta "cricca" di Lampedusa e, oltre a descrivere una serie di intrecci fra massoneria, mondo delle professioni e mafia, ha rivelato che a Lampedusa era stata organizzata, con il benestare delle logge segrete deviate, una maxi truffa per il rilascio delle licenze edilizie.
In sostanza, dietro il pagamento di una tangente di 20 mila euro a De Rubeis, il Comune avrebbe dovuto favorire l'illegittima aggiudicazione dell'appalto, per esaminare le licenze, alla Politecnica di Romiti che poi avrebbe incassato proventi in nero per sanare anche abusi».
Il problema è di stabilire quanta verità ci sia nelle confessioni del pentito e quanta parte sia invece fasulla. Ma il succo resta, ed è tanto…
L’8 Marzo dello scorso anno sui giornali anche nazionali, veniva pubblicata questa notizia:
«E' stata aumentata, in appello, la condanna all'ex sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis,(mai cognome fu più attagliato al personaggio) accusato d’induzione indebita a dare o promettere utilità. L'ex primo cittadino è passato da 5 anni e 3 mesi a 7 anni e 3 mesi di reclusione. La prima sezione della corte d'appello di Palermo ha quindi accolto le richieste del sostituto procuratore generale, Luigi Patronaggio, che ha contestato a De Rubeis anche uno degli episodi di richiesta di tangenti per cui era stato assolto dal Tribunale di Agrigento. Condannato a un anno l'ex capo dell'ufficio tecnico Alfonso Averna (pena sospesa). Assolto l'ex direttore generale del Comune di Lampedusa, Salvatore Caffo». Meno male che aveva fatto ricorso per una diminuzione della pena.
Comunque c’è poco da ridere.
Ma a Lampedusa, dopo lo sfascio di De Rubeis, è approdata Giusy Nicolini. La sua missione è stata anche quella di ripulire la melma lasciata in giro da queste voraci cavallette che avevano infestato l’isola anche prima di De Rubeis. Non dimentichiamo che il “sacco “di Lampedusa ha origini più lontane. Le costruzioni selvagge sono cominciate parecchi anni prima, a cominciare dall’Isola dei Conigli (più volte definita da organismi specializzati come una fra le tre più belle spiagge del mondo) e da quell’orrenda deturpazione permessa a un VIP dell’epoca, proprio su quella spiaggia, nonostante la dura lotta ingaggiata dalle formazioni ambientaliste capeggiate, all’epoca, proprio dalla Nicolini.
Adesso grazie a lei si parla di Lampedusa in tutto il mondo. L’isola è diventata, nonostante il canagliume che si sta scoprendo in questi giorni, anche simbolo di cultura, per le numerose attività intraprese in questo periodo dalla Sindaca. Quel che lei ha seminato si è tramutato in un sonoro 120% in più di turisti nell’ultimo anno. Dobbiamo dare atto a qualche operatore del settore di aver lavorato in questa direzione con molta professionalità, ma comunque sono sempre pochi quelli che si sono impegnati per raggiungere quest’obiettivo. Fra questi alcuni si sono candidati alle prossime elezioni amministrative dell’11 Giugno.
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