di Pietro Giannini 5/04/2019
I veri giornalisti si stanno squagliando al “Sol dell’Avvenire”…Brutto questo sintomo di rinuncia. Sui monti della Sierra Maestra, circa 60 anni fa, Ernesto Che Guevara diceva: “Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso”. Mai tanto semplicemente fu sintetizzato un semplice concetto: quello della resistenza..
La gente viene condotta alla paura da una campagna denigratoria verso i supposti terroristi, cioè quelli con una diversa pigmentazione e che solitamente vengono da qualche Paese del Magreb.
La gente viene condotta alla paura da una campagna denigratoria verso i supposti terroristi, cioè quelli con una diversa pigmentazione e che solitamente vengono da qualche Paese del Magreb.
Questi discorsi, di pura e feroce xenofobia, colpiscono proprio quelli cui sono sapientemente diretti: i poveri di mente e di cervello che fanno della violenza il loro “breviario mattutino”.
Tutti questi geni della forza bruta, plagiati scientemente da malevoli e squallidi personaggi, si dedicano, in maniera compatta ed in tutto il Paese, ad una caccia al negro che piace molto ai poteri forti che dirigono questa orchestra.
Attraverso un’insensata e logorroica dose giornaliera di frasi scomposte, rigurgitanti odio contro i più indifesi della terra, il vile può così mostrare il suo vero volto contro chi non si può difendere.
Non passa giorno senza che una persona di colore sia maltrattata, offesa, insultata, picchiata, presa a sberle da stupide massaie, o venga fatta scendere da un autobus, da un treno, picchiata per strada mentre è con la sua ragazza a portare a spasso il cane. I casi sono frequentissimi ed i modi sempre più violenti.
Ed i vigliacchi si muovono, cosa ancor più grave, in gruppi, in squadre di facinorosi incoraggiati dal grido di guerra di alcuni nostri ministri del malgoverno e dell’odio.
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Il sindaco di Riace, crocifisso dalla stampa e da un magistratura molto incline a giudizi affrettati, che giudicano sulla scorta di scarse, ove non esistenti, documentazioni probatorie, è stato dichiarato non colpevole. Dice oggi Francesco Merlo su Repubblica:
«La Cassazione ha stabilito che gli furono comminate penose misure immotivate e non eccessi punitivi. E non è per niente usuale che la Cassazione si pronunzi indirettamente, e in modo così netto, anche sul merito.
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Il sindaco di Riace, crocifisso dalla stampa e da un magistratura molto incline a giudizi affrettati, che giudicano sulla scorta di scarse, ove non esistenti, documentazioni probatorie, è stato dichiarato non colpevole. Dice oggi Francesco Merlo su Repubblica:
«La Cassazione ha stabilito che gli furono comminate penose misure immotivate e non eccessi punitivi. E non è per niente usuale che la Cassazione si pronunzi indirettamente, e in modo così netto, anche sul merito.
Ma qui, come abbiamo visto, il Diritto prescindeva dai fatti e dunque la Suprema Corte ha sentito il bisogno di tracciare, una volta di più e in maniera esemplare, un confine tra le decisioni capricciose e i provvedimenti immotivati.»
In estrema sintesi questa è stata la vicenda giudiziaria del Sindaco di Riace, perseguitato da qualcuno malato di protagonismo oltre ogni pudica decenza e fascista oltre i limiti dell’indecenza.
Queste al giorno d’oggi sono le cose che affliggono il Paese. Mancanza di umiltà, xenofobia, incitazione all’odio, violenza verbale, carenza etica e morale sono peculiarità caratterizzanti dei nostri governanti, che parlano di una famiglia e poi ne hanno più d’una, che parlano di matrimonio e poi convivono a getto discontinuo (significa via uno/a, avanti un’altro/a). La morale non è un elastico e non la si può allungare o accorciare. Ce l’hai o non ce l’hai.
Loro non ce ne hanno, nemmeno un po’.
Riproduzione riservata.
In estrema sintesi questa è stata la vicenda giudiziaria del Sindaco di Riace, perseguitato da qualcuno malato di protagonismo oltre ogni pudica decenza e fascista oltre i limiti dell’indecenza.
Queste al giorno d’oggi sono le cose che affliggono il Paese. Mancanza di umiltà, xenofobia, incitazione all’odio, violenza verbale, carenza etica e morale sono peculiarità caratterizzanti dei nostri governanti, che parlano di una famiglia e poi ne hanno più d’una, che parlano di matrimonio e poi convivono a getto discontinuo (significa via uno/a, avanti un’altro/a). La morale non è un elastico e non la si può allungare o accorciare. Ce l’hai o non ce l’hai.
Loro non ce ne hanno, nemmeno un po’.
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