L’irresistibile inconsistenza della logica.

Pietro Giannini 22/11/2016

<Scusi lei va a votare per il referendum?>
<Certo che vado.>
< Allora mi saprebbe dire cosa vuol dire CNEL?>
<È una cosa che…Boh, non lo so>
<E cosa vuol dire bicameralismo paritario?>
<Ah!!! quello non lo so>


Questo dialogo è il succo di un’indagine di Sky Tg 24 su un campione di italiani che andranno a votare per il referendum senza sapere per cosa voteranno, ma sapendo invece, perfettamente, contro chi voteranno.

Questo è il risultato di una campagna elettorale condotta non per un referendum costituzionale ma per tentare di cacciare via qualcuno.

Il gioco sporco dell’opposizione, agevolata da Renzi che all'inizio ne aveva fatto un fatto personale, mira a defenestrare l’attuale governo per andare a nuove elezioni al più presto possibile.

La logica usata dagli antagonisti, è stata infatti quella di personalizzare un referendum che aveva altri scopi e ben altre motivazioni, adottando per lo più un atteggiamento violento nelle parole, come quello utilizzato dai 5S, movimento già corrotto dal castismo cui si e adattata molto presto la compagine di Grillo, a quella più squinternata, illogica, irrazionale, qualunquista della Lega di Salvini, per colpa del quale lo Stato italiano, (quindi noi cittadini), deve ancora pagare due miliardi di Euro all'Europa per le fesserie commesse dallo stesso trentadue anni fa ai tempi della rivoluzione del produttori di latte).

Tutti i commenti sono legittimi. Ognuno esprime il proprio parere, suppongo, senza servilismi ideologici o di mera appartenenza a questo o quel partito o movimento. Se tutti avessero letto con attenzione la riforma così come riportata sulla G.U. e per come essa è stata votate dalle due Camere, forse ci sarebbero meno indecisi e meno impreparati al voto referendario. In quanto al “grido di dolore” < No, no, non ci sto proprio a sentirmi bollare da “Renzie” e i suoi sprovveduti amichetti e portaborse come uno che rifiuta il futuro e che vuole bloccare l’Italia > nessuno obbliga nessuno a restare dolente.

Il problema è che si finisce sempre e solo per ritornare al solito refrain. Renzi dittatore che vuol prendere il comando e si conclude in un glorioso crescendo di luoghi comuni e stucchevoli considerazioni, ormai ritrite, su una riforma costituzionale richiesta, a parole, da molti altri prima di Renzi, e mai attuata per l’indolente incapacità a portare avanti un lavoro impegnativo.

E non parlo solo dell’Arcoreo primo ministro che dal 1994 fino al 2011 ha furoreggiato in Italia con la sua corte dei miracoli, ma anche di tutti i numerosi predecessori ed immediati successori Monti e Letta. Quindi, se è legittimo il NO perché non può esserlo anche il SI?

Il problema è solo uno: leggere con attenzione, capire e farsi una propria idea, autonoma dal pensiero unico e disfattista di una demagogia a perdere.

Nei 5S manca qualsiasi certezza. Grillo ha rifiutato per la terza o quarta volta il confronto pubblico con Renzi perché non è interessato al dialogo, dice lui, ma non lo fa perché non saprebbe cosa dire né in campo economico, né in politica interna né tantomeno in quella estera. Anche nei giorni scorsi si è assistito ad una sorta di confusione generale fra i grillini a proposito della vittoria di Trump accolta come se si trattasse di una vittoria del loro movimento.

Dicono di essere anticasta, gioivano mentre Trump assegnava già le prime poltrone ai suoi nuovi collaboratori, ex banchieri, ex militari, xenofobi dichiarati ecc. ecc. In sostanza, il peggio della casta. Ma Grillo applaude lo stesso, anzi esulta per la vittoria del giallo-crinito multimiliardario con molti interessi nel mondo (sua figlia ha già cominciato il durissimo lavoro di arricchimento) e con amici dai preoccupanti requisiti neonazisti come gli adepti del Klu-Klux-Klan che hanno organizzato una manifestazione a New York per onorare la vittoria di Trump.

Ma purtroppo per il Grillo sparlante all’interno del fronte del SI ci sono i Serial killer dei nostri figli ed i dittatori come Renzi. 
Non cerco di capire la logica di tutto ciò. Non servirebbe a nulla.



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