Nella Terra dei Ciclopi.
Pietro Giannini 22-07-2017
Nella terra dei ciclopi, i nostri politici sono diventati degli invisibili microrganismi inermi, indifesi ed indifendibili.
In Europa è scoppiata un’epidemia di razzismo e gli arrivi di moltissimi africani, stanno facendo temere una vera e propria invasione.
Siamo gli unici ad accoglierli ormai, per questo ci attaccano da tutte le parti: Francesi, Spagnoli, Austriaci, Ungheresi e tutto il gruppo di Visegrad, nonché quelli che per manifeste necessità elettorali nei loro rispettivi paesi, non “possono fare altro”.
Ma da qui a venirci a dare ordini a casa nostra, ce ne corre. Ha cominciato il piccolo imperatore Macron I°, che ha gettato la maschera minacciando di chiudere la frontiera di Ventimiglia se fosse passato un solo straniero. Poi è stata la volta della Spagna e dell’Austria; quest'ultima ci ha trattati da pezzenti. Ed infine il premier ungherese che, parlando a nome dei paesi del gruppo, ha precisato che bisogna chiudere tutte le frontiere di terra e di mare.
I paesi del gruppo di Visegrad
A questo punto ci si chiede, non senza ragione, a che cosa sia servita la fatica fatta fin qui per avere un’Europa unita, libera, democratica, e civile. Ventotene è stata solo una bella vacanza.
Mentre la situazione politica viene strumentalizzata ed esasperata ad arte da razzisti e xenofobi, i nostri politicanti sono al momento molto occupati nei travasarsi da un gruppo parlamentare ad un altro o da un partito all’altro.
Numerosi membri (nomen omen) del nostro parlamento, facenti anche parte della compagine governativa, vista la insignificante percentuale da prefisso telefonico della formazione politica di appartenenza, cercano più solidi lidi cui attraccare in vista delle prossime elezioni.
Sono i transumanti, che di volta in volta vanno in cerca di pascoli adeguati alla loro pantagruelica fame.
Adesso che il governo non c’è più, o quasi, molti ritornano all’ovile. Ma ciò ha creato una strana ripulsa anche da parte di Berlusconi che ha detto, fra le altre baggianate, di non volere accogliere più quei deputati che hanno lasciato Forza Italia per appoggiare il governo di sinistra.
E se lo dice lui che con la sinistra ha instaurato il famoso patto del Nazareno, tenendo a galla il governo di Renzi, non possiamo fare altro che credergli.

Una cosa è comunque, comune a tutti, a qualsiasi colore essi appartengano. Sanno perfettamente di non aver mantenuto le loro promesse; tutti sanno di essere debitori verso il paese di moltissimi soldi di cui si sono appropriati con buste, bustarelle, e regalie varie per appalti, favori, corruzioni e concussioni e chi più ne ha più ne metta.
Noi non dimentichiamo le quote latte di Salvini, la lunga ed inesausta faccenda di Rete 4, la melma sotto cui è stata sepolta la vicenda delle slot-machine, per coprire gli amici-parenti di Fini. Tutte queste “sviste” sono costate moltissimi soldi all’Italia ed a quelli che pagano le tasse, sotto forma di pesanti sanzioni inflitteci dall’Europa. Tutti se ne sono dimenticati perché così fa comodo a tutti.
L’oblio è la forma migliore per ricrearsi un’immagine presentabile.
Questa serie di fatti lasciarono sgomenti gli Italiani onesti, che avevano cercato di cambiare, confidando in una Italia migliore. Invano, però.
Il meglio si rilevò il peggio, ed eccoci qui a piangere sulle vecchie storture mai sepolte, sulla grande quantità di rappresentanti del popolo che non sanno più chi rappresentano, poiché a forza di passare da un gruppo o da un partito all’altro, non sanno più da dove sono arrivati.
Forse l’Italia è cambiata, ma in peggio. Un progresso sociale non c’è stato, la famosa globalizzazione che avrebbe dovuto produrre risultati economici utili a tutti, in effetti ha favorito solo i grandi gruppi bancari.
La gente comune è rimasta fuori a guardare i loro risparmi perdere il potere d’acquisto, i piccoli istituti di credito falliti a raffica hanno vieppiù danneggiato i piccoli risparmiatori. Il futuro non è quello che speravamo che fosse.
Ed in tutto questo marasma i nostri politici, che avrebbero dovuto prendere in mano la situazione, perdono i loro giorni e uccidono le nostre speranze giocando al salto della quaglia.
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