Referendum e capacità di giudizio.
Invito alla lettura del testo
integrale e non commentato, del “Referendum”
Pietro Giannini 31/10/2016
Ho
acquistato on line nei giorni scorsi, edito da UTET, il testo integrale della
“Riforma Costituzionale” di cui si parla da parecchi mesi, ormai. Volevo rendermi conto personalmente del perché
l’Italia si stesse spaccando su una riforma, che proprio per essere tale, non
avrebbe, almeno in teoria, dovuto provocare simili sfracelli. Discuterne sì, ma
arrivare ad una contrapposizione così netta fra Si e No, non l’avrei mai
supposto.
Il fatto è che, dopo essermi sobbarcato 160
pagine di una noia mortale, sono riuscito a capire che le motivazioni di
illustri oratori o professori che si sono affannati a dimostrarci, in queste
settimane, che bisogna votare NO o Si, sono in effetti molto labili.
Non
intendo dire con questo che non sono validi i motivi del No o quelli del Si, al
contrario penso che da entrambe le parti ci siano buoni motivi per dire SI
oppure No. Si tenga conto che molti di questi notabili (parecchi i politici fra
di essi) orientati al No, sono gli stessi che per ben tre volte sia alla
Camera che al Senato hanno votato il SI alla Riforma.
La
domanda, molto semplice, è una sola: Perché questa metamorfosi così repentina?
Qualcuno poco attento e/o molto bugiardo, potrebbe dire che le motivazioni sono
politiche. Non è così. I motivi sono prima di tutto legati a motivazioni di
vendette personali, nate fra rottamazioni, giaguari non smacchiati, poltroncine
non assegnate, e quant’altro di poco politico possa esserci.
Il
motivo principale nasce dal “redde rationem” all’interno del partito di
governo. Una scelta pessima, si potrà pensare. No, a me sembra una scelta
assassina, violenta, se volete, nella consapevole follia di chi l’ha
architettata lucidamente. Ma tralasciando per un momento il giudizio di esperti
ed illustri qualificati personaggi di cui sopra, l’invito a votare No è
arrivato anche dai leghisti, dai pentastellati e dai tardigradi berlusconiani.
Certo,
le loro argomentazioni sono di tutt’altra natura. Nessuno di loro è entrato nel
merito della Riforma, ma il pressante invito rivolto ai loro elettori è di
natura terroristica. “Se votate Si siamo fritti: Renzi il dittatore prenderà il
comando e non lo lascerà più e saremo rovinati per sempre”, questo il succo
acido dei loro discorsi.
Si passa così alla solita sequela di insulti
squallidi che sentiamo frequentemente uscire dalle loro bocche, maleodoranti,
scurrili, sui quali soprassediamo per decenza e noia.
Francamente
non so quante persone abbiano letto tutto il contenuto della Riforma e quante,
invece si siano fermate “all’incipit” ed abbiano tralasciato il resto. Né mi
permetterò di dare indicazioni, non mi compete. Mi limito solo ad osservare
che, in entrambi i casi, prima di decidere cosa rispondere al Referendum
sarebbe bene che ognuno con la massima correttezza, leggesse tutto il malloppo
e decidesse poi, autonomamente cosa rispondere al quesito.
Ma non succederà, prima per una sorta di
disinteresse atavico nei confronti dei “Referendum” in generale, poi per una
cosa che ci affligge da secoli, la noia di fare una cosa che non ci appassiona
particolarmente.
Ma il lassismo mentale è figlio dell’apatia,
porta da una pigrizia intellettuale che conduce irrimediabilmente alla necrosi
del pensiero, dell’idea e dell’ideologia, se volete, ma soprattutto del
giudizio.
Ci si arrende alla più semplice estasi del pensiero unico. Basta uno
che pensa per tutti.
Basta
uno che ci dica: vota così, e lo si fa perché, in fondo, di lui ci fidiamo.
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