Uomini e ladri.
Pietro Giannini 26/01/2017

E il professore scrive alla ministra: "Pagato per non lavorare. Ora basta"



                                                     Il prof. Daniele Costantino


Per 18 ore a settimana sto seduto in aula docenti ad aspettare che mi mandino in classe". Lo sfogo di un insegnante di filosofia: "Lo chiamano potenziamento, ma mi vergogno: ridatemi il mestiere per cui ho studiato" 

Si tratta di uno sfogo dovuto ad un grave malessere che affligge molte persone, non solo nella scuola, ma in generale anche in altri posti dello Stato o del Parastato.

In questo triste e malandato Paese c'è gente che “lotta” per rubare soldi, fingendosi cieca, zoppa o molto malata, (i c.d. falsi invalidi), poi ci sono i furbetti del cartellino, o quelli che “non” lavorano negli enti inutili o quelli che continuano a non lavorare in attività già soppresse ed in via di smantellamento e che non si sa dove collocare ecc. ecc.

Tutta gente che percepisce stipendi senza fare nulla.

E poi c’è gente come il prof. Costantino, pluri-qualificato docente, parcheggiato, da una scuola insulsa, malata ed inutile (visti i risultanti sui discenti), in una qualunque sala professori, in attesa di una supplenza.

Strano Paese il nostro, non solo malandato, dove la gente che muore di fame è sempre più numerosa, quelli che rubano sono sempre di più, quelli che lavorano sono sempre meno e poi ci sono quelli, come il Prof. Costantino, mortificati nella loro dignità di uomini e di docenti, che vorrebbero lavorare perché retribuiti, ma non lo possono fare.

Si scopre, quindi, che esiste una nuova categoria di lavoratori: quelli pagati ed autorizzati a non fare nulla…

Casi come questo sono molto più frequenti di quanto si possa supporre. Ed è un’esperienza triste, deprimente, brutale se si vuole, che lascia veramente scoraggiati e che avvilisce ogni giorno di più, non appena si mette piede in ufficio e ci si accorge di non avere nulla da fare.

Il prof. Costantino ha ragione da vendere e dice chiare e forti le proprie ragioni. Accade però che la risposta del potere possa essere spesso violenta in quanto, simili atteggiamenti di rivendicazione, ancorché legittima e moralmente ineccepibile, sono malvisti da chi comanda e la reazione dell’autorità, che scatena il proprio rancore, è abnorme ed estremamente punitiva, tanto quanto moralmente volgare. 
Diventa così una vita ancora più dura e più difficile. Molti si adagerebbero su uno stato di cose così “comodo” e riposante, ma sono quelli a cui fa difetto una qualità che invece è molto presente nel prof. Costantino: la dignità di uomo. È per quella che bisogna lottare, e vale sempre la pena di farlo, anche con il costante pericolo della reazione di uno stato vendicativo e punitivo nei confronti dei propri cittadini.

Chi ha già subito tale stato di cose sa perfettamente di cosa si parla. Ma è gente che lottando è riuscita a spuntarla con sacrificio, ma ce l’ha fatta.

Forza prof., siamo con lei.

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