La voglia di riprendere oltre la vita.

(Il rischio di arrendersi, per amore di scartoffia.)
(L’ossessione per l’onestà, anziché essere una normale ambizione, impegna il Paese in un totalitario principio di precauzione che produce più danni che benefici, perché rallenta ogni iniziativa. Per rimetterci in piedi ci tocca rischiare, come per il Ponte di Genova By Mattia Feltri)
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 di Pietro Giannini 01-05-2020


Affinché meglio si comprenda quanto leggerete in seguito, ho posto in apertura il titolo dell’articolo di Mattia Feltri, novello direttore dell’H.P. nonché l’indirizzo della pagina in cui è residente l’articolo in argomento.
 Chiedersi quanto valga la vita, per il direttore dell'H.P. avrebbe senso perché, da quanto scrive, emerge come possa essere più importante riaprire le fabbriche che pensare a stare bene e non morire anzitempo. Il Covid 19 è il male più insidioso degli ultimi anni e lo stiamo vivendo così, consci, come siamo, della sua pericolosità, almeno in questi ultimi due mesi. Né gli scienziati, che si occupano di questa nuova pestilenza, sanno ancora dirci se essa potrà essere vinta oppure è una partita che non si potrà vincere.
Si pretende però che Conte debba saperlo: lo pretende certa stampa, lo pretendono le opposizioni e lo pretendono i politici "cavalcanti" (quelli che cavalcano l'onda del momento senza avere cognizioni di null'altro che il loro esclusivo interesse politico o personale). È notorio che Conte sia un uomo di legge e non di medicina, quindi deve per forza affidarsi a scienziati e grandi ed acclarati medici che possano aiutarlo nell'opera difficilissima di tutelare la salute degli italiani. Non c'è nulla al di fuori di questo. Se non la disperata esigenza di molti imprenditori (fra i quali si nascondono molti evasori fiscali) che chiedono di riaprire le loro attività ricattando il governo con la minaccia di chiusura delle attività stesse. Ora, che tali personaggi siano spalleggiati dall'opposizione di destra può anche starci bene, forsanche per vicinanza di "intendimenti etico-ideologici", ma ciò che non sta bene è che all'interno del governo ognuno cerchi di mangiare i peschi che sono nel proprio cestino piuttosto che dividerli con gli altri soci. Quindi siamo punto e daccapo, il PdC si trova ancora, novello Ulisse, stretto fra Scilla e Cariddi, o a dover sfidare i Ciclopi monoculi, che guardavano dall'alto ma avevano un orizzonte ristretto. Sappiamo come andò a finire.
Ma non è qui il problema, semmai il problema che Feltri non racconta è il fatto che molti politicanti del nostro aureo parlamento si sentono esautorati delle loro funzioni della loro autorevolezza e della loro rappresentatività sui rispettivi territori. Tale problema in parlamento pesa molto - per le pressioni della destra pronta a dare a tutti del “dittatore” senza guardare a casa loro dove di dittature sono espertissimi – perché in effetti Conte sta forse abusando di DPCM emessi a ritmo serrato senza sentire il parere del parlamento, ma solo quello degli scienziati che con lui collaborano. Ciò potrebbe essere forse motivo di problemi che potrebbero portare un nuovo focolaio d’infezione che, come il corona virus, è difficile curare: Quello di dover rimescolare le carte per un nuovo governo, forse di altro colore, forse ancora rosso-giallo-azzurro, senza Conte. L’ultimo problema è che per Conte, parlare in parlamento sarebbe una vera figura da sciocco, visto che ad ogni riunione non sono mai presenti più di venti deputati. Questo è il modo di vivere del campione politico che ci rappresenta al momento. E ce lo dobbiamo cuccare…
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