Lo strano caso di Chico Forti

 

Tutti sono andati a salutarlo come un capo di stato che arriva in visita ufficiale nel nostro Paese. Invece è un assassino riconosciuto essendo stato condannato all’ergastolo in America con l'accusa di avere ucciso un uomo australiano nel 1998. Dopo 24 anni di carcere negli USA viene estradato in italia per scontare il resto della pena.
Viene contrabbandato dal nostro governo fascista come un eroe e come tale viene trattato. 

Perché tutto questo? 
Le domande, come diceva qualcuno anni addietro, sorgono spontanee. 
Dovrà finire di scontare la sua pena o verrà omaggiato dal nostro governo con una elargizione di libertà condizionata per il resto dei suoi giorni?

Perchè tutto questa condiscendenza nei confronti di uno che ha ucciso un altro essere umano?
Forse perché si aggreppia con i fascisti e questi credono che un tale atteggiamento ipocrita possa portare loro qualche voto in più?
O forse perché è parente di qualcuno e, secondo la legge del nepotismo che regna da noi,  faranno di tutto per farlo diventare capo di qualche dipartimento del ministero di grazia e giustizia sfruttando la sua esperienza di detenuto acquisita in galera?
 
Nulla trapela per il momento. Ci capiremo qualcosa nel corso del tempo? Forse. 
 Questo però è un fatto che fa parte del nostro malcostume e che contribuisce a creare un futuro sempre più distopico. 

E mentre la Salis, che ha languito per mesi in un carcere ungherese incatenata ed umiliata da un regime illibertario e violento - senza che le sia mai stato contestato un capo d'accusa di alcun tipo dal tribunale di quel paese - non è ancora libera (da ieri è ai domiciliari),  a Roma si festeggiano gli assassini conclamati. 
L'ultima domanda: abbiamo capito a cosa stiamo andando incontro? 

Credo però che non bisogna rassegnarsi ma occorre continuare a sperare. Spes ultima dea? Non so. Ma certo la rassegnazione è il cancro della speranza, come disse qualcuno da qualche parte

Penso sia proprio così. 

Pietro Giannini 23/05/2024


Commenti

Post popolari in questo blog

Il nostro futuro: utopico o distopico?